Sulle tracce di Pietro Fenoglio: cosa fare in un pomeriggio a Torino

Metti un pomeriggio a Torino, aggiungi una bicicletta, insegui le tracce di Pietro Fenoglio e la buona riuscita della giornata è assicurata! Il ventaglio di alternative che offre il capoluogo torinese è ampio. Se si hanno a disposizione alcune ore da spendere a Torino, qualcosa di interessante da fare lo si trova sempre.
La mia domenica è trascorsa alla scoperta del Liberty torinese e di alcune delle più belle opere di Pietro Fenoglio (1865-1925), architetto e ingegnere torinese considerato uno dei massimi interpreti del Liberty in Italia. Il capoluogo sabaudo fu travolto da una piacevole ondata Liberty nel ventennio a cavallo tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, il cosiddetto periodo della Bella Époque. La città era in fermento e aperta alle nuove tendenze europee grazie al clima culturale delle esposizioni internazionali.
La bicicletta resta uno dei mezzi di trasporto che preferisco, ecologico, veloce, salutare, sostenibile. Il giro proposto di seguito è fattibile anche a piedi e copre una distanza di circa 12 chilometri.
Sono giunta a Torino in treno con bici a seguito. Per chi preferisse, è possibile affittare una bicicletta direttamente a Torino (www.tobike.it).
Prima tappa della giornata San Salvario, quartiere storico e multietnico della Circoscrizione 8 di Torino.  Qui in via Giovanni Argentero, 4 si può ammirare il meraviglioso portone d’ingresso in ferro battuto di un caratteristico edificio che ricorda le case spagnole per l’uso delle maioliche colorate. L’edificio fu progettato da Pietro Fenoglio e il portone è soprannominato Portone del Melograno. Al suo interno sono scolpiti due alberi di melograno arricchiti da foglie verdi e frutti rossi, inseriti in una cornice a coda di pavone.

Riprese le biciclette, mio marito ed io dirigiamo verso le colline torinesi. Qui in corso Giovanni Lanza, 57 sorge Villa Scott, balzata agli onori della cronaca per essere stata la location scelta da Dario Argento per girate importanti scene di Profondo Rosso. E’ la villa del bambino urlante del film. L’edificio risale al 1902 e fu commissionato a Pietro Fenoglio da Alfonso Scott, ai tempi amministratore delegato della Rapid, un’azienda automobilista non più in attività. Dopo la scomparsa di Scott, la casa ospitò un collegio femminile e prese il nome di Villa Fatima. Ai tempi delle riprese di Profondo Rosso, l’edificio era ancora adibito a collegio. Per poter girare, la produzione si offrì di pagare un soggiorno a Rimini alle suore e alle ragazze per tutta la durata delle riprese.
Villa Scott è un mix di liberty e neobarocco. Ha una pianta articolata, è un’esplosione di logge, bovindi, vetrate colorate e preziosi dettagli floreali. Oggi è proprietà privata e non più visitabile all’interno.
Sicuramente siete più preparati di me in campo architettonico, ma nel caso fosse sfuggito anche a voi un bovindo è una finestratura i cui infissi e vetrate non sono allineate al muro dell’edificio ospitante, ma risultano seguire un percorso ad arco orizzontale aggettante dalla muratura. Il termine deriva dall’italianizzazione della locuzione inglese bow window (finestra ad arco). Per fortuna, ho un fratello designer appassionato di architettura!

In bici velocemente attraversiamo Torino, riempendoci gli occhi bellezza. Torino vista dalla collina è di una bellezza disarmante.

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Raggiungiamo il quartiere Cit Turin, all’incrocio tra corso Francia e via Principi d’Acaja, appena dietro piazza Statuto. Qui sorgono molti edifici in stile Liberty.
Percorriamo corso Francia dove al civico 8/B sorge la Palazzina Raby, edificio progettato da Pietro Fenoglio nel 1901 che oggi ospita la sede dell’Ordine dei Medici e Odontoiatri della provincia di Torino. La costruzione, rispetto al progetto originale, presenta numerose varianti riconducibili all’esecuzione del progetto affidata all’ingegner Gottardo Gussoni (1869 – 1951). Fenoglio e Gussoni si ispirano a due correnti differenti del liberty europeo, rispettivamente quello belga di Hortas e quello francese di Guimard.

Un paio di edifici più in là sorge Casa Fenoglio – La Fleur, progettata tra il 1902 e il 1903 da Pietro Fenoglio. La struttura doveva ospitare lo studio privato dell’architetto e fu concepita come un vero e proprio manifesto del Liberty italiano. Tuttavia Fenoglio abitò qui per pochi anni. Successivamente la casa venne messa in vendita e fu acquistata dall’imprenditore francese La Fleur (da qui il nome Casa Fenoglio – La Fleur).
La villa divenne nota a livello internazionale perché Fenoglio molto si spese affinché l’edificio rispettasse fedelmente i dettami del Liberty belga e francese e ogni dettaglio è un chiaro rimando all’art nouveau. L’attenzione ai particolari è altissima: da notare i balconi lavorati in ferro battuto, l’incantevole vetrata policroma, il bovindo, i fregi floreali ad adornamento della facciata.

Al civico 32 di corso Francia svetta Casa Macciotta, anch’essa progettata da Pietro Fenoglio e costruita nel 1904, ottimo esempio di come sia possibile trovare originali soluzioni liberty a costi contenuti per case di grandi volumetrie. L’edificio ha un affaccio angolare. L’angolo è smussato (come lo è in Villa La Fleur), evidenziato da un terrazzo a gazebo e da un abbaino a coronamento con fregi in cemento e ferro battuto. Da notare le tapparelle nell’affaccio in via Bagetti e la copertura del meccanismo di avvolgimento.

Dall’altro lato della strada (corso Francia, 23) si erge, trionfale, il Palazzo della Vittoria più noto come Casa dei Draghi, singolare edificio voluto dal Cavaliere del Lavoro Giovanbattista Carrera per celebrare la vittoria dell’Italia al termine del primo conflitto mondiale. Il progetto fu affidato all’ingegner Gottardo Gussoni e ultimato nel 1922. Suggestivo mix di stili, neogotico alla francese e liberty all’italiana, il palazzo si sviluppa su cinque piani. Il suggestivo portone d’ingresso, l’atrio interno, la torretta merlata e le balaustre dei balconi si rifanno al gotico. Le linee sinuose del palazzo e le vetrate sono un chiaro rimando al liberty.
Ai lati del portone principale fanno bella mostra di sé due draghi alati, allegoria della potenza dell’Italia al termine della grande guerra. Il tema del drago ritorna in tutto l’edificio. Lo stemma della famiglia Carrera sormonta il portone. Un edificio suggestivo che merita una visita.

Cuore del quartiere Cit Turin sono i Giardini Luigi Martini, più noti con il nome di piazza Benefica. In questo spiazzo, fino agli anni ’50, operava un’associazione caritatevole, la Benefica appunto. La piazza, dal lunedì al sabato, è teatro di un noto mercato delle firme. Qui si possono trovare abiti e accessori griffati, nuovi, pezzi di campionario e articoli vintage. Sulla piazza si affaccia la bellissima chiesa di Gesù Nazareno che si fa d’oro quando colpita dai raggi del sole. Appena dietro piazza Benefica, in via Susa 12/14, si trova lo studio del pittore italiano Ugo Nespolo (www.nespolo.com)

Ecco le tappe di questo giro:

giro ad anello vero

A onor del vero, prima di dirigerci verso Villa Scott, mio marito ed io abbiamo fatto tappa al Parco del Valentino, al Giardino Botanico e al Borgo Mediovale. Ma questo è tutto un altro post! Ne parleremo più avanti. Per ora lascio alcuni scatti, da approfondire in seguito.

 

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1 commento su “Sulle tracce di Pietro Fenoglio: cosa fare in un pomeriggio a Torino”

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