Trekking nel parco nazionale di Horton Plains

Il Parco Nazionale di Horton Plains è un’area protetta nella regione della Hill Country, nel cuore dello Sri Lanka. Questo plateau è un altopiano ondulato situato a un altitudine compresa tra i 2.100 e i 2.300 metri s.l.m. All’orizzonte si scorgono il Kirigalpotta (2.395 mt) e il Totapola (2.357 mt), rispettivamente la seconda e la terza cima dell’isola per altitudine.
Ricoperte da vaste praterie intervallate a tratti da fitta foresta pluviale, formazioni rocciose, cascate e laghi, le Horton Plains si estendono su un’area di oltre 31 kmq.  Vantano una ricchezza di flora e fauna pressoché unica e sono l’habitat naturale di alcune specie animali e vegetali endemiche del posto. Le aree pianeggianti sono caratterizzate da grandi cespugli di trebbia dello Sri Lanka, mentre le zone paludose sono ricoperte da spessi strati di muschio. Numerosissimi sono i calofilli, alberi con una caratteristica chioma ad ombrello e fiori bianchi, e i rododendri arborei con i loro fiori di un rosso sanguigno.
La diversità di paesaggio va a braccetto con una ricca varietà faunistica. Nel parco vivono leopardi, cervi sambar e cinghiali, difficili però da avvistare di giorno. L’area è frequentata da molti appassionati di birdwatching poiché è possibile avvistare diverse specie endemiche.

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Questo parco è stato dichiarato area protetta nel 1988 ed è uno dei pochi parchi nazionali dello Sri Lanka dove i visitatori possono girare senza una guida, seguendo tuttavia percorsi tracciati obbligatori dai quali è vietato allontanarsi. Accedendo dal Visitor Center, si passa attraverso un severo controllo dei propri averi. Tutte le borse e gli zaini saranno aperti e ispezionati con cura e la plastica buttata via e sostituita, dove possibile, con involucri in carta. Gli oggetti considerati incompatibili con la visita del parco saranno trattenuti all’ingresso e restituiti solo all’uscita.
Immediatamente oltrepassato il visitor center, parte un circuito ad anello di 9.5 chilometri che attraversa parte dell’altopiano. Ci vorranno circa 3 ore per completare il trekking. Le Horton Plains terminano bruscamente all’altezza del World’s End, un’incredibile scarpata (senza barriere di protezione!) che si apre su un dirupo di 880 metri. La vista sulla vallata è incredibile, ma è necessario arrivare qui prima delle 9 di mattina. Se tarderete, avrete ottime probabilità di contemplare solo un muro grigio di nebbia. Il tempo cambia in fretta e nubi e foschia possono palesarsi all’improvviso. Il circuito prosegue fino alle Baker’s Falls per ricondurvi poi all’ingresso.
Questo sito è di una bellezza mozzafiato e permetterà ai viandanti di immergersi nella natura ancora incontaminata e di goderne appieno. La serenità risiede nelle piccole cose, si nutre di silenzio ed è più facile da incontrare in mezzo a praterie e foreste. La natura è una cura per l’anima e un ottimo riequlibratore di priorità ed energie. Così impermanente, eterna, senza confini, di nessuno eppure di tutti, ci ricorda della nostra temporaneità, mentre parla di eternità alla nostra anima. Qui più che altrove è un dovere essere pellegrini, amanti rispettosi del luogo che non lasciano traccia del loro passaggio. Le Horton Plains lasceranno invece una traccia di serena felicità in chi le visita.

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Alcune informazioni pratiche: le Horton Plains sono visitabili con una gita di un giorno se fate base a Ohiya (ca 10 chilometri), Nuwara Eliya (ca 30 chilometri) o Ella (ca 50 chilometri). Il mezzo di trasporto più comodo ed economico è il tuk tuk. Contrattate la tariffa in anticipo.

Foto di Emiliano Allocco (Clicca qui e vedi altre foto di Emiliano su Flickr) 

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Ella, lentamente a giro tra le piantagioni del tè

C’è un treno che parte da Kandy alle 8,47 di mattina e attraversa meravigliosi paesaggi di verde dipinti, piantagioni di tè, terrazzamenti, cascate, suggestivi ponti su alti dirupi, montagne e una natura tropicale ancora selvaggia per arrivare a Ella a pomeriggio inoltrato. Un biglietto di terza classe, senza posti riservati, costa poco meno di 2 dollari. Difficilmente riuscirete a trovare un sedile libero alla partenza, il treno è sempre straordinariamente affollato. La terza classe vi permetterà di evitare i turisti che di solito acquistano biglietti di seconda categoria e di viaggiare alla maniera del posto, lentamente con i finestrini abbassati per sopravvivere alla calura, condivivendo il cibo con i vostri compagni di viaggio, scambiando i giornali da leggere, acquistando bevande o frittelle dai venditori che salgano sui vagoni quando il treno è fermo a una stazione di transito, chiacchierando e intrecciando nuove conoscenze. E’ un viaggio nel viaggio, tra bellezze naturali e panorami umani.
Ella invece è stata per me fonte di delusione. La piccola cittadina è affollata da locali trendy, musica contemporanea, ristoranti fusion. A tutti gli effetti un non-luogo, un posto senza grande personalità né radici, uguale a molti altri già visti in giro. E così, per me, Ella sta a metà tra un grande centro commerciale e un parco divertimenti per turisti rimbecilliti che hanno bisogno di spettacolarizzazione, emozioni forti, divertimento immediato e standardizzato. Un luogo emblema insomma della globalizzazione del turismo.
Ma non tutto è perduto! Ella è un’ottima base per trekking ed escursioni nella natura. Da qui si raggiunge a piedi il vicino Little Adam’s Peak. Dal centro di Ella imboccate la strada per Passara fino a raggiungere l’Ella Flower Garden Resort sulla destra. Prendete il sentiero che passa davanti a due guesthouse, The Chillout e The One e seguite poi le indicazioni che troverete sul sentiero. Parte di questo itinerario si snoda tra meravigliose piantagioni di tè. Partendo da Ella poco dopo l’alba, vi imbatterete in famiglie tamil che si recano al lavoro nelle piantagioni. Il Little Adam’s Peak raggiunge i 1.141 metri di altezza e se ne guadagna la vetta con una facile passeggiata di circa 45 minuti. Il nome di questa cima omaggia il più celebre Adam’s Peak di cui ricorda la sagoma. Scopri di più sull’Adam’s Peak cliccando qui.

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A 6 chilometri da Ella si trovano le Rawana Falls che si raggiungono facilmente a piedi. Se siete stanchi, potrete far ritorno in paese salendo su uno dei tanti bus pubblici che passano proprio davanti alle cascate.
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Un’altra facile escursione, molto ben segnalata, è quella che da Ella conduce al Demodara Nine Arches Bridge, un suggestivo ponte in mattoni alto 30 metri, immerso nella vegetazione rigogliosa, sul quale passa il treno sei volte al giorno. Il ponte si raggiunge in circa 30 minuti a piedi da Ella. Potete dirigervi qui Sulla strada del ritorno dal Little’s Adam Peak.
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Ella è la base perfetta per escursioni nelle vicine piantagioni del tè e per visitare una tea factory, una delle numerose fabbriche dove le foglie del tè vengono lavorate, essiccate e frantumate, pronte per essere esportate come Ceylon Tea (un ottimo tè nero) in tutto il mondo. La Russia, l’Iran, l’Iraq, la Turchia e l’Inghiterra sono i principali mercati di destino.
Il tè fu introdotto nell’isola dagli inglesi nel XIX secolo, quando le piantagioni di caffè del paese furono gravemente danneggiate da un parassita. La prima piantagione di tè fu la Loolecondera Estate, a sud di Kandy, fondata nel 1867. La regione della Hill Country si rivelò particolarmente favore per la coltivazione del tè: il clima era mite, l’altitudine adeguata e il terreno in pendenza. Nel decennio tra il 1870 e il 1880 le spedizioni di tè di Ceylon iniziarono a riempire i magazzini di Londra. Il pubblico sembrava insaziabile e la domanda continuava a crescere. I primi piantatori fecero enormi fortune, tra loro lo scozzese Thomas Lipton, fondatore di una rinomata marca di tè presente ancora oggi sugli scaffali dei supermercati di tutto il mondo.

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Durante la visita guidata a una fabbrica del tè si impareranno molte cose. Si verrà edotti sulla coltivazione delle piante da tè. Si imparerà che gli arbusti vengono piantati su terreni terrazzati a circa un metro di distanza l’uno dall’altro per favorire l’irrigazione e potati regolarmente per incoraggiare la crescita di nuovi germogli. Le foglie vengono raccolte a mano ogni 7/14 giorni, normalmente da donne tamil. Il raccolto medio di una giornata varia tra i 20 e i 30 chili. Le foglie vengono lavorate immediatamente e nell’arco delle 24 ore successive alla raccolta, il tè è pronto per essere spedito. Le foglie vengono prima parzialmente essiccate, poi sbriciolate, fermentate e infine nuovamente essiccate per interrompere il processo di fermentazione. L’arte della produzione del tè consiste appunto nel saper quando interrompere la fermentazione.
Si imparerà inoltre a riconoscere un tè di qualità e si procederà a una degustazione di miscele diverse. Le varietà di tè si classificano in base alle dimensioni (si va dagli economici tè in polvere ai più pregiati tè in foglie con gradi diversi di frammentazione) e alla qualità (pekoe, silver tips, etc). Con il termine pekoe orange pekoe si indica un tè nero di qualità superiore.
L’industria del tè in Sri Lanka dà lavoro a circa un milione di persone, il 5% della popolazione. Gli stipendi sono molto bassi: una raccoglitrice guadagna all’incirca 5 dollari al giorno. Le famiglie tamil vivono di solito ai margini delle piantagioni in baracche dove spesso mancano acqua ed elettricità. I lavoratori sono principalmente tamil dell’India. Gli inglesi, nel XIX secolo, fecero arrivare dalla vicina India numerosi braccianti tamil. I loro discendenti restano purtroppo un gruppo emarginato: braccianti senza terra, spesso discriminati a causa della diversità linguistica e culturale.
Come preparare una buona tazza di tè nero: 

  • Conservare il tè in un contenitore ermetico poiché tende ad assorbire odori e umori;
  • Portare l’acqua fresca a bollore (non usare acqua già bollita in precedenza);
  • Lasciare in tè in infusione tra i 3 e i 5 minuti massimo;
  • Evitate di aggiungere latte o zucchero che riducono il potere antiossidante della bevanda.

Noi abbiamo visitato la Uva Halpewaththa Tea Factory a 5 chilometri da Ella. Al termine della visita, si possono acquistare diverse miscele di tè al negozio interno. È  stata una visita molto interessante, caldamente consigliata.

Foto di Emiliano Allocco (Visita la pagina Flickr di Emiliano per vedere altre foto) 

Inseguendo un filo rosso: l’altro volto di Luang Prabang

A volte bisogna fermarsi e lasciare che le cose accadano, concedere il giusto tempo alle circostanze e ai luoghi di sorprenderci. Capita in un viaggio di essere presi dalla foga di dover visitare tutto e vedere quanto più è possibile. In fondo un viaggio lo si aspetta a lungo, lo si sogna prima e pare imperdonabile lasciarsi sfuggire l’occasione di essere qui ed ora, in un luogo che forse non si visiterà una seconda volta. Ma non esiste guida turistica o consiglio di altri viaggiatori in grado di competere con la meraviglia di un incontro fortuito, con una chiacchierata inattesa o ancora con la scoperta di un qualcosa completamente inaspettato.
E allora è buona abitudine uscire per una passeggiata senza meta quando si arriva in una nuova città, fermarsi ad osservare la vita che scorre e l’umanità che si affanna dietro alla routine della quotidianità, andare al mercato, inseguire un filo rosso per scoprire ancora che la vita è proprio qui, tra le piccole cose di tutti i giorni.
Ed inseguendo un filo rosso, una mattina prima che albeggiasse, abbiamo scoperto che a Luang Prabang in Th Khounswa esiste un minuscolo teatro con appena 30 posti a sedere, dove ogni sera alle ore 18.30 si tiene un incantevole spettacolo di un’ora circa. Un cantastorie narra, in un inglese coinvolgente e facile da capire anche per chi non è madrelingua, le leggende e le storie di origine popolare del Laos e di Luang Prabang, in particolare. I racconti folcloristici sono accompagnati dalle note struggenti di un khene (la lira laotiana), suonata da un uomo anziano vestito con abiti tribali. È il Garavek Storytelling. In lingua locale, garavek significa uccello magico. Fate volare la vostra fantasia sulle ali del garavek e lasciatevi trasportare in un mondo magico e antico. Non ne rimarrete delusi! Sarà bello passare una serata a teatro in Oriente. Scoprirete, ad esempio, che l’origine del monte Phu Si è da imputare a un capriccio della regina Sida e a una voglia di funghi, difficile da soddisfare. Dopo aver assistito a questo spettacolo osserverete Luang Prabang e i dintorni della città con altri occhi.
Uscendo da teatro, è possibile acquistare un opuscolo che raccoglie le dieci più celebri storie popolari su Luang Prabang. Per saperne di più: www.garavek.com

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E il filo rosso della casualità ci ha portato a passare in Th Phayaluangmeungchan intorno alle ore 17. Un uomo, sull’uscio di una casa, ci ha fatto segno di entrare. Ed è così che abbiamo scoperto Big Brother Mouse e conversato un paio d’ore in inglese con un gruppo di ragazzi laotiani. La storia di Big Brother Mouse iniziò negli anni ’80  e ha tre protagonisti principali: Khama, un giovane e brillante novizio; Sasha, un americano che si recò in Laos dopo aver venduto la casa editrice per la quale aveva lavorato negli ultimi 15 anni e Siphone, un talentuoso studente del Teacher Training College.
I tre aprirono un piccolo ufficio a Luang Prabang e fondarono una casa editrice: prima di allora i laotiani non leggevano. Non esistevano libri di intrattenimento o romanzi scritti in lingua locale. Strano, vero? Khama, Sasha e Siphone acquistarono tre pc, codificarono un primo font in laotiano, inventarono storie per bambini che fecero poi illustrare. Nacquero così i primi libri in laotiano per ragazzi. Da allora, molte pubblicazioni sono seguite e l’associazione si è ingrandita. Alla fine del 2006, la Big Brother Mouse poteva vantare 15 libri al suo attivo. Il passo successivo? Portare i volumi ai bambini nelle scuole e nelle campagne. L’associazione si diede da fare e organizzò un primo book party che fortunatamente ebbe successo! Ad oggi i book party organizzati sono più di 4,400. L’associazione continua a ideare, stampare e distribuire gratuitamente nuovi libri a bambini e ragazzi. Nel 2016 è stata inaugurata Big Sister Mouse, una scuola nelle campagne a un quarto d’ora circa da Luang Prabang. Qui i bambini dei villaggi imparano a leggere, a scrivere, a far di conto, ad usare un computer, a parlare in pubblico, apprendono le tecniche del problem solving, la storia e le tradizioni del loro paese. Se volete, potete trascorrere una giornata intera facendo volontariato in questa struttura.
Nella sede di Luang Prabang, dalle 9 alle 11 di mattina e dalle 17 alle 19 del pomeriggio, si tengono conversazioni in inglese. Giovani laotiani vengono qua per conversare in inglese con i turisti di passaggio in città e migliorare la conoscenza della lingua. Se siete a Luang Prabang, per favore aiutate questi ragazzi. Siete i benvenuti anche se l’inglese non è la vostra prima lingua e se parlate con un forte accento. Sarà una bellissima esperienza anche per voi. Nel mio gruppo c’erano tre giovani novizi e quattro studenti delle scuole superiori. I ragazzi sono curiosi di scoprire qualcosa in più sul vostro Paese, stile di vita e abitudini. A vostra volta, potrete approfondire usi e costumi in Laos e ampliare la vostra conoscenza del buddhismo. Se avete intenzione di finanziare Big Brother Mouse, potete acquistare presso il loro shop qualche libro da distribuire ai bambini che abitano nei villaggi o da portare a casa come souvenir.
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Lungo Th Sisavangvong, l’elegante via centrale che ospita un animato mercato notturno, sorge la Biblioteca di Luang Prabang. Qui potrete acquistare alcuni libri in Lao da donare ai bambini che abitano nei villaggi più remoti e faticano ad accedere a un’istruzione di livello. Un libro costa 2$. Vi verrà chiesto di deporre i libri che acquistate in una grande sacca, immediatamente dietro l’ingresso. Quando la sacca sarà riempita (servono 100 libri), una biblioteca galleggiante solcherà le acque del Mekong alla volta dei villaggi remoti che sorgono nelle zone rurali del paese. La biblioteca accetta anche vestiti usati e libri in inglese o altre lingue. Per saperne di più: http://www.communitylearninginternational.org

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Concludete la vostra giornata da turisti alternativi con una buona cena da Khaiphaen in Sisavang Vatana Road. Questo ristorante impiega giovani ragazzi emarginati, che vivevano in condizioni disagiate. A questi ragazzi viene data la possibilità di una riabilitazione sociale e la chance di imparare un mestiere.
Per saperne di più: http://tree-alliance.org/our-restaurants/khaiphaen.php?mm=or&sm=kp
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